Ninalicious si trasferisce in un dominio tutto suo….STAY TUNED.
Mese: febbraio 2014
NINA’ S LIFE: la mia settimana in scatti (10-16 feb.)
PEZZI D’AUTORE, quando la poesia incontra la moda: “Nina, dove sono quei tempi” di Anton Maria Lamberti. A cura di Liè Larousse
Nina dove sono quei tempi
in cui in un traghetto
nell’ora più fresca
andavamo a fare scorrerie?
Quando solo delle tue grazie,
della tua cortesia vestita,
facevi ingelosire
qualche dea del mare?
Dove sono quei giorni beati
in cui ci bastava un merendino,
che diventava ambrosia
solo al tuo tocco?
Quando con la tua allegria
donandoti all’amante,
lo rendevi in un istante
felice ed ingannato?
Non grado sociale, non tesori
ti dava allora il cielo,
ma il fresco, la bontà la bellezza
e un cuore dolce;
anima vispa,
occhietto curioso,
seno di fine alabastro
lavorato al tornio.
Con tante grazie addosso,
fresca burlona e bella,
furba e bricconcella
dovevi proprio diventare?
(“Nina dove sono quei tempi” -Anton Maria Lamberti)
Versione tradotta in italiano da Lié Larousse
(Immagine: Pierre Auguste Renoir “Ragazza che si pettina”)
Rubrica domenicale curata da Liè Larousse di Libroarbitrio Grazie ❤
NEW YORK FASHION WEEK 2014 : tutte le facce della settimana della moda newyorkese.
Non solo moda. Si è appena conclusa la New York Fashion Week e dopo aver divorato le nuove collezioni presentate per l’autunno inverno 2014-2015 mi è sorta spontanea la domanda più vecchia del mondo: ma è davvero tutto oro quello che luccica? Forse si, forse no. Di luccichio ce n’è moltissimo a cominciare dalle paillettes, dai tessuti sintetici, dai sorrisi smaglianti nei selfies dal front row. Oltre la moda, gli abiti, le collezioni, c’è un mondo nascosto fatto di duro lavoro, di provocazioni, di “anche un cieco mi vedrebbe quindi fotografami” , di messaggi di sensibilizzazione, momenti divertenti ed incidenti di percorso. Come l’intruso che irrompe seminudo sulla passerella della sfilata di Prabal Gurung o il debutto di Danielle Sheypuk, la prima modella su sedia a rotelle a New York.
Ormai ci sono dentro. Ci sono ancora un mucchio di cose da capire, meccanismi sconosciuti che potrei non conoscere mai, forse sono diversa. Una cosa, però, nella mia diversità, l’ho capita: la moda è come il cubo di Rubik, affascinante anche quando i colori non sono perfettamente allineati, ha più facce e non tutte sono facili da interpretare, alcune “matchano” altre sono così contorte da essere senza speranza. Diverse sfaccettature, fondamenti di un intero mondo, fatto di luci e ombre, di persone e personaggi.
Da un lato c’è chi la settimana della moda la prende seriamente, con professionalità, c’è chi lavora dietro le quinte, chi fatica affinchè tutto riesca al meglio, ci sono i veterani e chi esaudisce il sogno nel cassetto di veder sfilare le proprie creazioni su una passerella internazionale. “Big” e giovani promesse, chi la moda la detta e chi la fa, o quantomeno ci prova. Una straordinaria varietà di stili e stilisti conquista New York tra coloro che plasmano le proprie creazioni sulla donna e quelli che nuotano controcorrente piantando un dito medio sui cappelli delle modelle lasciandole sfilare mentre mandano a quel paese il mondo intero. Ci sono meraviglie ed orrori, tutto però pensato e organizzato nei minimi dettagli, con passione e creatività.
Poi ci sono i figuranti, l’altra faccia del “fashion”, quella fatta di specchi, di persone che per spiccare indossano l’intero guardaroba senza distinzioni di colori o stili, senza badare alle condizioni meteorologiche, senza sapere minimamente cosa significhi vestire l’abito. L’unica cosa che sanno è che verranno fotografati e le loro foto faranno il giro del mondo, poco importa che risultino inadeguati, ciò che conta è che se ne parli. C’è chi la moda la ama e chi la insegue, chi è sotto i riflettori e chi la luce la rincorre come un asino che tira il carro bramando una carota che non raggiungerà mai. C’è chi è carino e gentile anche se vive tre metri sopra il cielo e chi annaspa nelle sabbie mobili ma se la tira come se ce l’avesse di platino (la borsetta).
No, non è oro tutto quello che luccica, ma basta saper distinguere ciò che vale da una crosta e la moda diventa il paradiso, un mondo affascinante e divertente, bello proprio perché fatto non solo di luce ma anche di oscurità, che sembra perfetta ma è piena di difetti. Proprio come me, donna (a)normale fra comuni mortali.
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DAILY LOVE, LA PASSIONE DEL GIORNO: La collezione punk di Jeremy Scott
NINA E… QUELLO CHE AGLI ALTRI NON DICONO: mini chiacchierata semiseria con Rocco Adriano Galluccio, direttore creativo del brand Alcoolique.
Persona deliziosa e concentrato di creatività, bastano poche parole per percepire tutta la spontaneità e il calore tipico dei napoletani e la gentilezza di chi rimane se stesso nonostante i mille impegni e un discreto successo. Lui è Rocco Adriano Galluccio, founder e direttore creativo di Alcoolique, già conosciuto per le sue creazioni versatili che spaziano con naturalezza dall’elegante raffinatezza all’estrosa creatività e che parteciperà alla prima edizione italiana di Project Runway in onda il 26 febbraio su FoxLife.
Lo contatto al volo e gli chiedo di dirmi qual è il primo pensiero riguardo alla sua imminente partecipazione al programma e cosa spinga un artista come lui, già molto conosciuto e apprezzato nel mondo della moda a fare questo tipo d’esperienza. Con estrema simpatia e sincerità mi toglie ogni dubbio:
“Sono ovviamente molto emozionato per Project Runway, credo sia un’esperienza stupenda, in quanto non sappiamo assolutamente cosa ci aspetta visto che è la prima edizione Italia/Europa. Mi incuriosiva molto, seguo da tanto la versione americana quindi ho deciso di partecipare al casting… E a quanto pare è andato bene [ride ndr] poi è anche un modo per far conoscere di più le cose che faccio. Quindi incrociamo tutti le dita!”
E quando gli chiedo se ha già conosciuto gli altri “concorrenti” mi lascia con una chicca:
“Si si e sono follemente innamorato dell’altra ragazza campana, Giorgia Fiore!”
Non mi resta che augurargli in bocca al lupo!
WEEKLY OBSESSION, IL TORMENTO DELLA SETTIMANA: uccidere Cupido nel giorno di San Valentino
Basta! Amo i cuori, ne ho addirittura uno tatuato sul braccio, ho un fidanzato che mi adora e se non bastasse il mio nome per esteso è Valentina, nonostante tutto, però, io “sto contro” , non torturatemi con il giorno di San Valentino. Basta guardarsi intorno, sfogliare una rivista, girare per negozi, non c’è un angolo dell’universo che non parli del 14 febbraio: cosa regalare, come vestirsi, cosa mangiare, in ogni dove è un tripudio di cuori, di wishlist, di consigli di stile. Da far venire il diabete anche ad una come me, tanto “ipoglicemica” mens et corpore da aver bisogno di abbracci e poppate di acqua e zucchero ogni tre ore.
Come al solito rischierò il linciaggio e anche se capisco che la festa degli innamorati è “businnes”, io da oggi decido di camminare a testa alta con l’aria di chi sta per commettere un omicidio, quello di Cupido. Viva i single, snobbati come i neri dai razzisti, ma soprattutto le coppie anticonvenzionali che ordineranno giapponese e carichi di vino in corpo decideranno di passare la serata innamorati pazzi nè più né meno degli altri giorni. Il mio consiglio di stile è: vestitevi (a)normali come in un giorno qualunque. Da prendere con ironia.
Nella mia copertina: Sunglasses: Marc by Marc Jacobs for limited edition for San Valentine ; Bag: Jimmy Choo Candy Mirror clutch
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DAILY LOVE, LA PASSIONE DEL GIORNO: Jimmy Choo’s bag nera e oro
Jimmy Choo‘s bag
FASHION QUOTES: Oscar Wilde
SHOPPING ONLINE: le migliori occasioni della settimana (10-16 feb.2014)
Il mio shopping online di questa settimana:
Chloë Sevigny for Opening Ceremony: cappotto € 715 €285
Emma Cook: t-shirt € 285 €115
Amy Gee: gonna a piege €75 €38
Victoria Shoes: sneakers € 49 €29
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